giovedì 2 ottobre 2014

Nel Mondo delle Copertine

Quando l'occhio vuole la sua parte

a cura di Dora



Non giudicare mai libri dalla copertina. Se esiste un detto di questo genere è perché c'è un fondo di verità nascosto dietro queste parole!
Chi di non non l'ha mai fatto? Quante volte, mentre gironzolavamo in una libreria alla ricerca di qualcosa da leggere, siamo stati attratti da una copertina particolare capace di catturare la nostra attenzione? Succede a tutti. È normale. Forse perfino patologico. E chi studia le copertine dei romanzi lo sa perfettamente.
Ci hanno sempre detto che l'abito non fa il monaco, ma la verità è che l'occhio vuole la sua parte e non si può prescindere da questo fatto: se un libro ha una bella copertina siamo come costretti a prenderlo in mano, sfogliarlo, studiarlo e in quei minuti che occorrono per leggere la trama diventa inesorabilmente nostro.
La trama può essere scontata. Forse la storia non ci convince del tutto. C'è qualcosa di quel libro che non fa parte del nostro animo, che non ci appartiene eppure, se la copertina fa il suo lavoro (e molto spesso lo fa anche fin troppo bene), non riusciamo a toglierci dalla testa il volume: torniamo a casa, facciamo ricerche, magari cerchiamo anche di trovare informazioni utili, consigli da parte di altri lettori che possono finalmente convincerci che quel libro fa per noi. E nove volte su dieci il giorno dopo siamo nuovamente in libreria per compier il misfatto: compriamo il libro, non smettiamo di fissare la copertina, ci convinciamo che non può essere tanto male se ha un'immagine tanto bella e iniziamo a leggere.
A volte capita di prendere grandi cantonate con questo sistema. Altre, invece (e per fortuna!), scopriamo che non abbiamo poi fatto così male a farci tentare in quel modo dalla copertina.
È il potere delle immagini. La forza sottile che si nasconde dietro uno dei più potenti mezzi comunicazione che sfrutta un altrettanto potentissimo senso per far breccia nel nostro subconscio, la vista. 
Le immagini emozionano, spaventano, eccitano. Sanno parlare con un linguaggio che è tutto loro, che non ha bisogno di parole, ma che stranamente tutti noi conosciamo e cosa ancora più importante, le immagini comunicano qualcosa a livello universale, sono comprensibili a tutti e ne siamo soggiogati proprio per questo: ne comprendiamo il significato, sappiamo assaporare la loro bellezza e non riusciamo a fare a meno di possederle, di volerle tutte per noi.
Non è molto diverso nel caso delle copertine dei romanzi: sono il biglietto da visita di un libro, parlano per lui ancora prima che le parole scritte sulla carta possano farlo. Lo descrivono. Lo definiscono. E noi, che non siamo mai stati immuni a questo fascino, subiamo la loro attrattiva.
Le immagini sono come le sirene che Ulisse ha incontrato nel suo lungo viaggio verso casa: hanno una voce splendida, suadente. Sanno irretirci e sorprenderci. A volte sono perfino capaci di spiegare in modo diretto e decisivo qualcosa, un sentimento, un'emozione, uno stato d'animo ed è per questo che ci piacciono. Posso essere anche immagini brutte, ripugnanti, ma l'occhio non può fare a meno di assorbirle e, nel farlo, ci sottomette un po' al loro potere.
Sembra quasi una cosa brutta, ma non è così. Quello delle immagini è solo un linguaggio, il più primordiale tra tutti ed è proprio per questo che ne siamo assoggettati. È un po' come se fosse scritto nel nostro DNA e quando una cosa ce l'abbiamo nel sangue, difficilmente possiamo accantonarla, metterla da parte. Fa parte di noi e non può essere cancellata.
È proprio questo legame quasi atavico con l'immagine che ha reso fondamentali le copertine all'interno del processo di distribuzione di un romanzo: sono due essenze distinte, questo è vero, ma non possono vivere l'una senza l'altra.
Recentemente sul canale di Sky dedicato all'arte, mi sono imbattuta proprio in un documentario davvero molto interessante riguardante l'argomento e sono rimasta colpita da un aspetto molto curioso: anche quando le copertine sono molto semplici, magari perfino senza immagini, hanno un loro valore fondamentale. A tal proposito si vedano le vecchie copertine della Penguin Book recanti solo l'autore, il titolo, il logo della casa editrice ed una banda colorata su sfondo panna che definiva il genere del romanzo. Anche in questo caso era la copertina a farla da padrone perché raccontava tutto quello che bisognava sapere di questo libro: genere d'appartenenza, titolo, autore e il fatto che si trattasse di un Penguin (altra garanzia non indifferente!).
Oggi le copertine si sono fatte sempre più particolari, sofisticate, ma non dobbiamo dimenticare che nel corso degli anni ci si è spesso avvalsi della collaborazione di artisti di fama internazionale per le illustrazioni dei romanzi. È un vero e proprio business, non ci sono altri termini per descriverlo ed è sempre alla ricerca di nuove forme comunicative capaci di sorprenderci e, ovviamente, di stregarci.
Un esempio tra tutti è quello che spinge le case editrici a modificare una copertina a seguito della trasposizione cinematografica del libro. È una cosa che, soprattutto negli ultimi tempi, sta andando di gran moda, ma se da una parte è un grande richiamo di pubblico a livello trasversale e a doppio senso (sia pubblico letterario che cinematografico), dall'altro sembra essere anche una scelta un po' forzata, quasi un voler identificare il romanzo con il suo gemello di cellulosa. (Tutto è opinabile, ovviamente, ma sarei curiosa di sapere la vostra a riguardo!)
I libri hanno una loro forza, una specifica peculiarità. Forse si dovrebbe smettere di dare così peso a quello che la copertina mostra cercando di andare più in profondità, nel cuore stesso del romanzo ed è questa strada che sembra aver deciso di intraprendere una libreria di New York che, proprio per non dare troppo peso all'immagine, ha deciso di incartare i romanzi in semplice carta da pacco, scriverci sopra il titolo ed alcune informazioni sulla trama, rendendoli però quasi anonimi, libri come tanti, un modo come un altro per ridare la voce al romanzo e solo a lui, non solo alle immagini.
Ma, dopotutto, anche la copertina ha una sua storia e dietro di essa ci si possono leggere tantissime cose, si possono vedere un'infinità di mondi e allora è giusto darle il suo piccolo angolo di gloria, anche quando ci fa comprare un libro che resterà per sempre lì, in una libreria polverosa dentro la nostra stanzetta, guardandoci con fare sornione quasi a dire: ho vinto io!

Se vi interessa approfondire l'argomento riguardante le immagini e il loro potenziale, c'è un libro davvero molto bello (e consigliatissimo) che parla proprio di questo vastissimo quanto affascinante argomento.

Il Potere delle Immagini. 
Il mondo delle figure: reazioni e emozioni del pubblico.
David Freedberg
Un viaggio attraverso la cultura visiva non solo occidentale senza escludere nessun materiale, dagli ex voto piú elementari che ci giungono dall'antichità ai manifesti pubblicitari dei nostri giorni, dalle maschere africane alle fotografie. Quello che conta sono i significati che, nel corso dei secoli, l'immaginazione popolare ha attribuito a certe rappresentazioni, che diventavano cosí capaci, a seconda dei casi, di fare miracoli, eseguire incantesimi o stregonerie, eccitare sessualmente o indurre alla meditazione mistica. 
Ne deriva non solo un'originale rilettura della tradizione visiva, ma anche un'interpretazione dell'arte destinata a far discutere.


Invece, per restare in tema di copertine che cambiano il loro aspetto dopo l'uscita del film, ecco alcune proposte di lettura di vario genere che hanno subito tale mutamento. Gli esempi si sprecano, ovviamente, perciò ho scelto romanzi con trasposizioni abbastanza recenti, E a voi, quale copertina vi emoziona di più? Inutile dire che io sto con l'originale, sono tradizionalista, ormai si sa!


La Custode di Mia Sorella

Jodi Picoult
Anna non è malata ma è come se lo fosse. A tredici anni è già stata sottoposta a numerosi interventi chirurgici, trasfusioni e iniezioni in modo che la sorella maggiore Kate possa combattere la leucemia che l'ha colpita in tenera età. Anna è stata concepita con le caratteristiche genetiche per poter essere donatore di midollo per sua sorella, ruolo che non ha mai messo in discussione ma che ora le diventa, di colpo, insostenibile. Perché nessuno le chiede mai il suo parere? Anna prende una decisione per molti impensabile e che sconvolgerà la vita di tutti i suoi cari: fa causa alla sua famiglia. Un romanzo su un tema difficile e doloroso.


Storia di una Ladra di Libri
(prima La Bambina che Salvava i Libri)
Markus Zusak
È il 1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé. Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda...


Io Sono Leggenda
Richard Matheson
Robert Neville torna a casa dopo una giornata di duro lavoro. Cucina, pulisce, ascolta un disco, si siede in poltrona e legge un libro. Eppure la sua non è una vita normale. Soprattutto dopo il tramonto. Perché Neville è l’ultimo uomo sulla Terra. L’ultimo umano sopravvissuto, in un mondo completamente popolato da vampiri. Nella solitudine che lo circonda, Robert esegue la sua missione, studia il fenomeno e le superstizioni che lo circondano, cerca nuove strade per lo sterminio delle creature delle tenebre. Durante la notte se ne sta rintanato nella sua roccaforte, assediato dai morti viventi avidi del suo sangue. Ma con il sorgere del sole è lui a dominare un gioco crudele e di meccanica ferocia, scandito dalle luci e dalle ombre di un tempo sempre uguale a sé stesso e che impone la ripetizione di un rituale sanguinario.
In questo mondo Neville, con la sua unicità, si è già trasformato in leggenda.


Shadowhunters. Città d'Ossa
Cassandra Clare
La sera in cui la quindicenne Clary e il suo migliore amico Simon decidono di andare al Pandemonium, il locale più trasgressivo di New York, sanno che passeranno una nottata particolare ma certo non fino a questo punto. I due assistono a un efferato assassinio a opera di un gruppo di ragazzi completamente tatuati e armati fino ai denti. Quella sera Clary, senza saperlo, ha visto per la prima volta gli Shadowhunters, guerrieri, invisibili ai più, che combattono per liberare la Terra dai demoni. In meno di ventiquattro ore da quell'incontro la sua vita cambia radicalmente. Sua madre scompare nel nulla, lei viene attaccata da un demone e il suo destino sembra fatalmente intrecciato a quello dei giovani guerrieri. Per Clary inizia un'affannosa ricerca, un'avventura dalle tinte dark che la costringerà a mettere in discussione la sua grande amicizia con Simon, ma che le farà conoscere l'amore.


Colpa delle Stelle
John Green
Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.


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